TRE ANNI DI COMITES: il bilancio del gruppo di Moving Forward e le nostre idee per il futuro

a poco più di tre anni dall’inizio del nostro lavoro volontario nel Comites, è venuto il momento di un bilancio  su questa esperienza di impegno civico. Non è stato facile scriverlo, come del resto poche cose sono state facili in questi tre anni lunghi e faticosi…come scoprirete scorrendolo. Buona lettura!

La nascita di Moving Forward e le elezioni.

MOVING FORWARDDemocrazia Bene Comune nasce nel Settembre 2014 per iniziativa di un gruppo di cittadine e cittadini per lo più di nuova emigrazione che si aggregano per rappresentare la comunità italiana in Inghilterra alle elezioni per il rinnovo del Comites di Londra.

I COMITES sono lunico organo democratico di rappresentanza delle comunità italiane all’estero e il governo italiano aveva annunciato, dopo 5 anni di rinvii, le elezioni per il Dicembre 2014. Allora, molti di noi, come molti dei cittadini residenti all’estero in particolare di nuova emigrazione, sapevamo a malapena dell’esistenza di questo organo di rappresentanza.

Moving Forward nasce innanzitutto per rilanciare il COMITES e aprirlo ai nuovi cittadini arrivati in Inghilterra con l’ondata migratoria che da 5 anni porta a Londra quasi duemila italiani al mese. Democrazia Bene Comune per noi significava che ogni istituzione va difesa dal disinteresse e dall’incuria e che il Comites della comunità di italiani più grande al mondo potesse essere un avamposto di democrazia, il laboratorio in cui sperimentare un modo nuovo di intendere la rappresentanza all’estero.

In un momento storico critico per l’integrazione europea e per il futuro di una società britannica aperta e accogliente ritenevamo che un Comites gestito in modo moderno e innovativo potesse giocare un ruolo significativo per fare ascoltare la voce di una comunità di cittadini europei. Per questo Moving Forward mette insieme un gruppo di persone unite da una comune visione progressista in una lista civica, giovane, con uguale rappresentanza di genere, rappresentativa di diverse storie e provenienze sociali, attive nel mondo della cultura, dell’associazionismo e della politica.

La campagna elettorale si rivela piena di ostacoli: prima rimandata ad Aprile da un decreto last minute, poi ostacolata da una strutturale mancanza di informazione da parte delle istituzioni e da modalità elettorali burocratiche fin quasi a disincentivare il voto, infine complicata da un ricorso contro la nostra lista dichiarato illegittimo soltanto a poche settimane dal voto. Nonostante ciò alle elezioni la nostra lista conquista quasi il 30% dei voti validi eleggendo 5 consiglieri su 18: la capolista Martina Di Simplicio (456 preferenze personali), Andrea Pisauro (359), Tipu Golam Maula (325), Clara Caleo Green (278) e  Laura De Bonfils (320). Ad arrivare prima è la lista moderata Mani Unite, espressione della vecchia emigrazione con esponenti del precedente Comites, che elegge 7 consiglieri.


 

Inizio dei lavori.

Alla prima seduta del Comites l’incontro tra rappresentanti della nuova e vecchia immigrazione si apre con molta diffidenza, forse specchio di due mondi che si conoscono poco anche nella realtà quotidiana. Per superare lo stallo dovuto alle divisioni presenti tra le altre liste e con l’entusiasmo e la disponibilità all’impegno dei neofiti, Moving Forward offre la candidatura a Presidente di Andrea Pisauro su un programma di radicale rinnovamento. Dopo aver preso 9 voti sui 10 necessari alla prima votazione, in seconda battuta Andrea viene superato da Pietro Molle della lista Mani Unite per 7 a 8. Eleggiamo tuttavia Martina Di Simplicio come rappresentante nell’esecutivo, motivati a impegnarci per far lavorare seriamente il Comites tanto collaborando quanto facendo opposizione critica e costruttiva, linea confermata nella prima assemblea di Moving Forward dai sostenitori della lista e dai rappresentanti delle organizzazioni che l’hanno promossa.

Le prime riunioni sono dedicate all’approvazione del Regolamento del Comites, all’elezione del tesoriere Fabiani, e al riassesto finanziario del Comites (che aveva ereditato dalla passata gestione un passivo di oltre £7000). Il nostro contributo porta ad una riduzione delle molte spese inutili (da un collegamento internet “business” a un conto bancario da £300 l’anno). Accanto a questo ci impegniamo da subito affinché sia migliorata la comunicazione del Comites con i cittadini e, seppur con fatica sempre di fronte all’immancabile diffidenza della lista Mani Unite, riusciamo a far eleggere Laura de Bonfils alla Presidenza della commissione comunicazione. Il lavoro di Laura porta alla creazione del primo sito e della prima pagina facebook del Comites di Londra.


 

Lavori in corso: la nuova immigrazione.

Alla fine del 2015 Moving Forward propone un progetto che viene finanziato con un contributo integrativo di £4000 volto alla realizzazione di video informativi di supporto alla nuova immigrazione. Otteniamo che per la prima volta siano bandite pubblicamente le posizioni di supporto amministrativo al Comites e per la realizzazione dei video informativi, con selezione trasparente a cui si sono dedicati i nostri consiglieri. Inoltre supervisioniamo lo stage di uno studente che lavora alla stesura di guide informative per chi cerca casa, lavoro o accesso al welfare nel Regno Unito.

 

Grazie ai video, pubblicati sul canale youtube del Comites, un italian@ appena arrivato nel Regno Uniot può ottenere informazioni in pochi minuti su come trovare una casa, un lavoro, accedere al welfare e votare nel Regno Unito, potendo poi approfondire i vari temi sulle guide messe a disposizione sul sito del Comites.

 


 

Lavori in corso: servizi consolari e comunità italo-bengalese.

Intanto, il servizio consolare di Londra è allo stremo a causa di risorse assolutamente inadeguate alle richieste della comunità che il Ministero stenta a riconoscere. Insieme a tutte le liste del Comites tentiamo di spronare il Consolato all’innovazione, anche se restano problemi strutturali che portano al fallimento i tentativi di rendere il sistema più efficiente (vedi la gestione della prenotazione per il rinnovo passaporti).. Moving Forward incontra le istituzioni per rappresentare le istanze complesse della comunità italo-bengalese, cercando di organizzare un incontro pubblico nella stessa comunità a Ilford, rimandato a causa della neve.

Lavori in corso: Brexit e referendum costituzionale.

Nel corso del 2016 Clara Caleo Green passa il testimone a Marco Beranzoni, il primo dei non eletti per un pugno di preferenze, meritandosi il plauso unanime della lista. Moving Forward si impegna nella campagna europeista che precede il referendum sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Dopo la Brexit proponiamo di organizzare dibattiti in vista del referendum costituzionale del Dicembre 2016 in cui diffondere anche informazioni sullo stato delle negoziazioni e sui diritti dei cittadini europei nel Regno Unito.

Di fronte alla crescente preoccupazione della comunità rispetto alla Brexit, e all’inerzia del resto del Comites, in una affollata assemblea aperta di Moving Forward nasce la proposta di organizzare una campagna di lobby e assistenza sul tema della Brexit. Il 29 Marzo 2017 nasce così Together Forward – Italians for European Rights in the UK: movimento plurale della comunità italiana che inizia a collaborare con le associazioni di cittadini UE per l’organizzazione di eventi di assistenza legale e informazione sulla Brexit e per fare lobby per la difesa dei diritti di cittadinanza UE post-Brexit presso istituzioni britanniche, italiane ed europee. Dimitri Scarlato, presidente di Together Forward, entra dopo alcuni mesi a far parte del Comites, subentrando come primo dei non eletti a Laura de Bonfils (trasferitasi a Bruxelles).

Nel giugno 2017 presentiamo al Comites una mozione per l’istituzione di una commissione Brexit, chiedendo che le poche risorse economiche e umane del Comites vengano interamente dedicate all’informazione dei cittadini sulla Brexit e ad azioni di lobby per la difesa dei diritti degli italiani nel Regno Unito. Ancora una volta veniamo ostacolati dai rappresentanti del CGIE e dalla maggioranza del Comites. I motivi dell’opposizione restano incomprensibili tanto che il Presidente Molle dopo aver rifiutato di mettere in votazione questa mozione a giugno, a settembre 2017 istituisce poi un’analoga commissione Brexit, e ne entrano a fare parte Martina Di Simplicio, Andrea Pisauro e Dimitri Scarlato.

Nel novembre 2017 la Commissione Brexit approva una posizione comune del Comites, dopo un intenso lavoro di mediazione. Con il consigliere Ezio Fabiani prepariamo un nuovo progetto per il 2018 che ottiene fondi integrativi per realizzare un aggiornamento sulla normativa in corso inerente ai diritti dei cittadini europei e sulle negoziazioni della Brexit. Il progetto diretto dal consigliere Fabiani viene finanziato e viene selezionato a lavorarvi un consulente specializzato. Tuttavia, nonostante le richieste di Moving Forward la Commissione Brexit non viene convocata dal Presidente Molle, che comincia a istruire i lavori di consulenza sulla Brexit senza coinvolgere gli altri consiglieri fino all’aprile 2018.


Procedure e bilanci.

In questi tre anni, abbiamo più volte lamentato con la maggioranza una gestione estremamente approssimativa, a partire dalla convocazione e organizzazione delle riunioni, dall’incapacità di delegare che ha spesso rallentato la conclusione dei progetti, e dalla mancanza di consultazione dei membri del Comites con una tempistica adeguata sulle decisioni importanti. Anche quando le nostre richieste di un deciso cambiamento sono rimaste senza risposta, abbiamo continuato a cercare di portare avanti iniziative e collaborare con senso di responsabilità. Nell’Aprile 2018, Il Presidente Molle ha emesso un comunicato stampa su una vicenda di cronaca dai connotati etici estremamente complessi e delicati senza alcuna consultazione dei membri dell’esecutivo, esempio paradigmatico della sua concezione personalistica del Comites e della trascuratezza per le più elementari procedure democratiche. Questo episodio e l’ennesima assenza di chiarimenti in proposito hanno portato alle dimissioni di Martina Di Simplicio, supportate da tutto il gruppo, dall’esecutivo del Comites.

 

Il Comites è un organismo da cambiare profondamente, congiuntamente a una profonda revisione degli istituti di rappresentanza degli italiani all’estero. Non ha compiti consultivi statutari di rilievo che ne giustifichino l’esistenza istituzionale, e per le sue modalità di elezione rimane scarsamente rappresentativo della cittadinanza di cui dovrebbe portare le istanze. La sua elezione deve avvenire dopo una campagna di informazione reale a tutti gli italiani residenti all’estero da parte del Governo e dei Consolati, e non con la clandestina pre-iscrizione a liste elettorali separate e che di fatto limitano l’elettorato a chi il Comites lo conosce già. Inoltre, nessuna istituzione dello stato italiano è tenuta a rispondere a richieste o pareri del Comites: questo significa che la capacità di influenza del Comites è estremamente limitata e dipende strettamente dalle persone che lo dirigono, dalla loro abilità di aggregare, fare networking e lobby.

 

A tre anni dall’elezione, ci domandiamo se con le poche risorse a sua disposizione e fondandosi sul solo lavoro volontario il Comites di Londra avrebbe mai avuto la capacità di raggiungere, informare e farsi portavoce davvero di tutta la circoscrizione consolare di Londra e delle sue complessità. Un lavoro impossibile per cinque consiglieri di Moving Forward in particolare in condizioni di scarsa sintonia con il resto del Comites, la cui guida rimane insufficiente a rispondere alle esigenze di una comunità sempre più grande.

In queste circostanze riteniamo che la priorità sia spostare quante più risorse possibili su un’unica semplice linea di iniziative focalizzate sulla Brexit. Come Moving Forward ci impegneremo nel Comites a organizzare incontri in tutto il territorio della circoscrizione consolare di Londra per informare sui progressi Brexit insieme agli esperti di Together Forward e dei the3million, nonché in collaborazione con le risorse offerte dall’Ambasciata.

Ed in chiusura, lo scandalo COASIT

Proprio nelle settimane in cui completavamo questo report abbiamo assistito all’ennesima allucinante vicenda italiana, con la liquidazione improvvisa dell’ente gestore dei corsi di lingua italiana, il COASIT, in quello che appare un vero e proprio 8 Settembre dell’insegnamento dell’Italiano in Gran Bretagna. Qui è possibile trovare il nostro comunicato con la richiesta immediata di chiarimenti a COASIT, governo e Consolato e una proposta all’insegna della trasparenza per superare l’empasse che ha lasciato oltre 50 insegnanti senza stipendo e 5000 studenti senza insegnamento. Una vicenda sulla quale non abbasseremo l’attenzione, insieme ai colleghi di ItalUk e ai tanti altri sconcertati dalla situazione.

 

Liquidazione COASIT è 8 Settembre dell’insegnamento italiano in UK. Ora chiarezza per le famiglie, giustizia per gli insegnanti, trasparenza per tutta la comunità

Una vicenda sconcertante quella che ha portato alla liquidazione del Coasit, l’ente gestore ufficialmente finanziato dal Ministero degli Esteri per promuovere l’insegnamento della lingua italiana in Inghilterra. Il Coasit ha improvvisamente interrotto, con una decisione per molti versi inspiegabile, i corsi di lingua a Maggio 2018, lasciando quasi 5000 studenti senza lezioni (a ridosso degli esami GCSE ed A-Levels) e non pagando le ultime mensilità a più di 50 docenti qualificati.

Durante la riunione del Comites di Londra 22 giugno, è stato visionata la proposta di richiesta fondi del Coasit (allegato 1 e 2), per l’espressione del parere consultivo. Una proposta che non è apparsa sufficientemente dettagliata, come ha lasciato perplessi che nessun membro del suddetto ente sia venuto a riferire per quale motivo i corsi sono stati improvvisamente chiusi e quali errori sono stati commessi nella gestione delle risorse economiche. Per questo motivo, e per l’assenza di una relazione sulla qualità dei corsi, i consiglieri della lista Moving Forward hanno deciso di astenersi nella votazione, che seppur non vincolante e solamente consultiva, determina una posizione per la quale non avevamo abbastanza elementi necessari ad esprimersi favorevolmente o contrari.

La vicenda assume connotati farseschi quando, alla fine di giugno il Coasit annuncia la chiusura, con un comunicato in cui denuncia il taglio del finanziamento pubblico responsabile per 2/3 del bilancio (circa 420 mila euro l’anno), ponendo fine a un lavoro di costruzione durato quasi 50 anni di una rete di quasi 200 scuole. Nessuna reazione del Consolato o del Governo in quello che appare come un vero e proprio 8 settembre dell’insegnamento dell’italiano in Gran Bretagna, una resa istituzionale su tutti i fronti che lascia le famiglie prive di un servizio importante, abbandona gli insegnanti in attesa di stipendio e contribuisce a minare l’immagine del nostro Paese verso le autorità e scuole inglesi che non riceveranno gli affitti delle aule e le spese per servizi e personale per mantenere aperte le scuole la sera.

Moving Forward si unisce dunque ai tanti che chiedono con forza la massima chiarezza su quanto accaduto, a partire da una relazione accurata in merito alla gestione del Coasit, alla supervisione del Consolato e a una spiegazione pubblica del perché il Ministero abbia improvvisamente rifiutato di erogare i fondi.

La lista Moving Forward propone inoltre un bando pubblico e trasparente per trovare al più presto un nuovo ente gestore, che sia in grado di continuare a promuovere l’insegnamento della lingua italiana nel Regno Unito. Moving Forward s’impegna anche a far sì che i docenti vengano retribuiti delle mensilità arretrate, o che vengano riassorbiti nel nuovo ente gestore da noi proposto. Siamo fermamente contrari a soluzioni raffazzonate, vogliamo chiarezza per le famiglie, giustizia per gli insegnanti, trasparenza per tutta la comunità.