La democrazia é un bene comune. È anzi il primo di questi beni, quello che permette di tutelare tutti gli altri, l’idea stessa che ci sia la possibilità di costruire un punto di vista comune sulle cose, che possa decidere cosa è un bene e cosa no.
A Londra vive la più grande comunità italiana fuori dal suolo patrio. Centinaia di migliaia di cittadini, emigrati vecchi e nuovi che costituiscono la seconda più grande comunità europea a Londra. Comunità sociale, fatta di reti culturali ed economiche forti. Ma non comunità politica, che discute di sè e per sè, che svolge un ruolo politicamente proattivo nel paese in cui vive.
La vita di noi italiani “all’estero”, che poi all’estero non siamo se viviamo in un’Europa in cui possiamo muoverci liberamente in virtù del nostro passaporto, è caratterizzata da questa dimensione semiapolide. Non siamo nè cittadini nè immigrati. Siamo italiani, ma dimenticati dal nostro governo. Viviamo più o meno integrati nel paese che ci ospita ma strettamente legati alle nostre tradizioni, tic e radici culturali, che anzi rinsaldiamo proprio nella lontananza dal nostro paese.
È in questo stato di sospensione e inania politica che acquisisce importanza il ruolo dei Comites. Crediamo che l’elezione dell’unico organo democratico di rappresentanza delle comunità italiane in Europa e all’estero sia un fatto politico che riguarda tutti, che il Comites sia l’unico spazio politico dove trasformare integrazione sociale in integrazione politica. Uno spazio fin qui negletto che va riempito di persone e idee valide. Perchè la Democrazia è un bene comune da preservare e difendere in primo luogo dal disinteresse e dall’incuria delle istituzioni.
MOVING FORWARD vuole allora promuovere un dibattito pubblico profondo e partecipato dell’emigrazione italiana in UK, stimolandone le forze più dinamiche, intellettualmente vivaci e progressiste e scegliendo programmaticamente il punto di vista delle fasce più fragili e popolari.
Nei prossimi anni si svolgerà nel Regno Unito una partita decisiva sia per la tenuta del modello multiculturale britannico sia per la difesa di principi fondanti dell’Europa, come la libera circolazione delle persone. In entrambi i casi crediamo che la comunità italiana possa e debba svolgere un ruolo fondamentale per difendere modelli e principi di capitale importanza per noi e per tutta l’Europa.
Pensiamo che i COMITES vadano allora interamente ripensati alla luce di queste nuove sfide, a partire dall’impianto e dal modus operandi di queste istituzioni di cui la stragrande maggior parte di noi ha a stento mai sentito parlare, perchè gestite da piccoli poteri anacronistici e senza contatti con la realtà in cui viviamo.
Pensiamo che se non lo facciamo noi, non lo farà nessuno.
Vogliamo un Comites in prima linea nel capire, gestire e indirizzare verso una sana integrazione il più imponente fenomeno migratorio nella storia dell’emigrazione italiana in UK.
Vogliamo un Comites consapevole e informato sui problemi concreti di tutta l’emigrazione italiana, non solo quella che vive qui da 20 anni e conosce i canali tramite cui farsi ascoltare.
Vogliamo un Comites capace di supportare il Consolato, l’Ambasciata e l’Istituto Italiano di Cultura nelle cose buone che fanno, e di monitorare ed aiutare a correggere quelle che fanno male o non riescono a fare.
Vogliamo promuovere in modo serio la cultura italiana, e ancor di più la specificita’ di quella dimensione ibrida che nasce dal suo incontro fecondo con le altre culture del Regno Unito.
Vogliamo promuovere l’imprenditoria che innova e crea, dal settore agroalimentare all’alta moda, dall’industria culturale all’alta tecnologia.
Vogliamo essere una voce credibile e autorevole per rapportarci con le istituzioni di questo paese.
Ma soprattutto vogliamo che il Comites della comunità italiana più grande al mondo ne rappresenti i meriti e non le miserie, rispecchiando il fondamentale contributo culturale, sociale ed economico che ne fanno un pilastro del multiculturalismo britannico.